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B031096 - MEDIAZIONE LINGUISTICA E USO DEI TRADUCENTI ITALIANI
Principali informazioni
Lingua Insegnamento
Contenuto del corso
Libri di testo consigliati
Obiettivi Formativi
Prerequisiti
Metodi Didattici
Altre Informazioni
Modalità di verifica apprendimento
Programma del corso
Anno Accademico 2021-22
Anno di corso
Primo Anno - Secondo Semestre
Dipartimento di Afferenza
Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo (SAGAS)
Tipo insegnamento
Attività formativa monodisciplinare
Settore Scientifico disciplinare
L-FIL-LET/12 - LINGUISTICA ITALIANA
Crediti Formativi
6
Ore Didattica
36
Periodo didattico
21/02/2022 ⇒ 03/06/2022
Frequenza Obbligatoria
No
Tipo Valutazione
Voto Finale
Contenuto del corso
mostra
Programma del corso
mostra
Docenza
Lingua Insegnamento
ITALIANO
Contenuto del corso
Il Corso prevede un’introduzione alla fenomenologia del contatto e alla sua modellizzazione sociolinguistica, e un approfondimento sulle caratteristiche di un lessico funzionale a una corretta intermediazione culturale e religiosa.
Libri di testo consigliati (Cerca nel catalogo della biblioteca)
- Gaetano Berruto, "Dinamiche nell’architettura delle varietà dell’italiano nel ventunesimo secolo", in G. Caprara, G. Marangon (a cura di), "Italiano e Dintorni. La realtà linguistica italiana: approfondimenti di didattica, variazione e traduzione", Frankfurt am Main, Lang 2017, pp. 7-31.
- T. Telmon, "La gestualità in Italia", Torino, UTET, 2009.
(https://iris.unito.it/retrieve/handle/2318/58755/7007/La%20gestualit%c3%a0%20in%20Italia.pdf).
- S. Machetti, R. Siebetcheu, Che cos’è la mediazione linguistico-culturale, Bologna, il Mulino, 2017.
Fanno parte integrante della bibliografia i materiali commentati durante le lezioni pubblicati sulla piattaforma Moodle del corso
- T. Telmon, "La gestualità in Italia", Torino, UTET, 2009.
(https://iris.unito.it/retrieve/handle/2318/58755/7007/La%20gestualit%c3%a0%20in%20Italia.pdf).
- S. Machetti, R. Siebetcheu, Che cos’è la mediazione linguistico-culturale, Bologna, il Mulino, 2017.
Fanno parte integrante della bibliografia i materiali commentati durante le lezioni pubblicati sulla piattaforma Moodle del corso
Obiettivi Formativi
DI CONOSCENZA
il corso intende offrire una preparazione di base sulla fenomenologia del contatto in chiave sociolinguistica e stimolare la riflessione sull’importanza delle scelte lessicali per una corretta intermediazione culturale e religiosa;
DI COMPETENZA
- capacità di valutare la fenomenologia del contatto come risorsa comunicativa
- capacità di inquadrare concettualmente la fenomenologia del contatto all’interno dei rapporti tra le varietà del repertorio
- capacità di valutazione delle validità dei traducenti di parole semanticamente connotate in chiave culturale e religiosa;
- capacità di valutare il grado di “accoglienza” linguistica del lessico;
- capacità di usare gli strumenti lessicografici esistenti anche in chiave comparativa.
il corso intende offrire una preparazione di base sulla fenomenologia del contatto in chiave sociolinguistica e stimolare la riflessione sull’importanza delle scelte lessicali per una corretta intermediazione culturale e religiosa;
DI COMPETENZA
- capacità di valutare la fenomenologia del contatto come risorsa comunicativa
- capacità di inquadrare concettualmente la fenomenologia del contatto all’interno dei rapporti tra le varietà del repertorio
- capacità di valutazione delle validità dei traducenti di parole semanticamente connotate in chiave culturale e religiosa;
- capacità di valutare il grado di “accoglienza” linguistica del lessico;
- capacità di usare gli strumenti lessicografici esistenti anche in chiave comparativa.
Prerequisiti
Nessuno
Metodi Didattici
Le lezioni sono a carattere frontale.
Per le misure di emergenza coronavirus le lezioni potranno essere a distanza, sempre in modalità sincrona, secondo l’orario previsto dalla Scuola.
Per le misure di emergenza coronavirus le lezioni potranno essere a distanza, sempre in modalità sincrona, secondo l’orario previsto dalla Scuola.
Altre Informazioni
Non sono previste modalità di esame da non frequentante se non per gli studenti con iscrizione part-time (che devono prendere contatto con il docente all'inizio del corso per concordare un programma specifico).
Modalità di verifica apprendimento
L’esame si svolgerà solo in forma orale, anche per gli studenti non frequentanti o dei programmi di scambio (Erasmus e altri). La prova si articolerà su due domande sulle seguenti specifiche parti del corso: 1) Interazioni tra parlanti, interazioni tra varietà: comportamenti e modelli; 2) Parole denotanti l’etnia o la religione, traducenti e migratismi. Durante la prova si potrà richiedere allo studente l’analisi dei materiali discussi a lezione e resi disponibili attraverso la piattaforma e-learning del corso.
È necessario dimostrare un livello sufficiente di preparazione in tutte e due le parti per superare la prova.
La valutazione finale è costituita dall'insieme delle valutazioni ottenute nelle due parti.
La prova mira a verificare:
- la conoscenza dei concetti-base della fenomenologia del contatto e la capacità di applicarli alla situazione italiana contemporanea
- la conoscenza dei concetti di repertorio e competenza comunicativa
- la capacità di effettuare ricerche lessicali approfondite;
- la capacità di valutare l’effettiva efficacia di traducenti di parole connotate dal punto di vista della religione e della cultura;
- la capacità di riconoscere migratismi e di valutarne l’importanza in chiave interculturale e interreligiosa;
- la capacità di usare in modo appropriato la terminologia della disciplina.
È necessario dimostrare un livello sufficiente di preparazione in tutte e due le parti per superare la prova.
La valutazione finale è costituita dall'insieme delle valutazioni ottenute nelle due parti.
La prova mira a verificare:
- la conoscenza dei concetti-base della fenomenologia del contatto e la capacità di applicarli alla situazione italiana contemporanea
- la conoscenza dei concetti di repertorio e competenza comunicativa
- la capacità di effettuare ricerche lessicali approfondite;
- la capacità di valutare l’effettiva efficacia di traducenti di parole connotate dal punto di vista della religione e della cultura;
- la capacità di riconoscere migratismi e di valutarne l’importanza in chiave interculturale e interreligiosa;
- la capacità di usare in modo appropriato la terminologia della disciplina.
Programma del corso
La prima parte del corso (Interazioni tra parlanti, interazioni tra varietà: comportamenti e modelli), curata da Neri Binazzi, viene dedicata alla fenomenologia del contatto e alla sua modellizzazione sociolinguistica. La fenomenologia del contatto viene analizzata in primo luogo nelle interazioni tra parlanti; in un secondo momento si osserverà il modo in cui la gestione effettiva delle varietà da parte dei parlanti si inquadra nel tipo di relazione presente tra le varietà del repertorio.
Dopo aver illustrato il concetto di repertorio e quello di competenza comunicativa, si presenta una casistica rappresentativa della gestione delle varietà nelle interazioni effettive riscontrabili nel parlato italiano. I concetti di riferimento saranno quelli di alternanza di codice; code-mixing; code-switching, tag-switching, che verranno inquadrati e verificati nell’ambito della teoria dell’accomodamento.
Un approfondimento sarà dedicato al recente fenomeno del polylanguaging e alla presenza di varietà sub-standard nel cosiddetto Linguistic Landscape.
L’ultima sotto-sezione di questa parte del corso sarà dedicata alla modellizzazione sociolinguistica delle relazioni tra le varietà del repertorio: i concetti di riferimento saranno quelli di diglossia; bilinguismo; bi-dialettismo; dia-glossia; dilalia.
La seconda parte (Parole denotanti l’etnia o la religione, traducenti e migratismi), curata da Marco Biffi, si focalizza sulle scelte lessicali funzionali a una corretta intermediazione culturale e religiosa.
In primo luogo si metterà in evidenza l’importanza cruciale della scelta di parole che denotano l’etnia o la religione (per fare alcuni esempi: israelita/israeliano, giudeo, ebreo, ebraista, musulmano, islamista, islamico, cristiano, cattolico, ortodosso, fondamentalista, radicale ecc.), su cui invece permangono forti e pericolose sovrapposizioni nella lingua comune e dei mezzi di comunicazione di massa. Delle parole saranno date precise definizioni che saranno confrontate con l’uso effettivo nel web e nei giornali.
Poi saranno posti sotto osservazione i traducenti di alcune parole fortemente legate alla cultura religiosa, per le quali è fondamentale usare particolare attenzione perché non siano condizionate dalla lingua e dalla cultura di arrivo (in particolar modo nell’ambito semantico della coppia purezza/impurità), e assicurare così una maggiore disponibilità al dialogo e all’accettazione reciproca.
Infine ci si soffermerà sui migratismi, vale a dire i forestierismi introdotti nell’italiano a partire dalle lingue di paesi di recente immigrazione. I migratismi sono infatti una spia importante del fatto che la lingua può diventare anche luogo di accoglienza e di mediazione tra culture e religioni diverse per coloro che hanno raggiunto il nostro paese, soprattutto quando abbiano eletto l’italiano a seconda lingua madre.
Dopo aver illustrato il concetto di repertorio e quello di competenza comunicativa, si presenta una casistica rappresentativa della gestione delle varietà nelle interazioni effettive riscontrabili nel parlato italiano. I concetti di riferimento saranno quelli di alternanza di codice; code-mixing; code-switching, tag-switching, che verranno inquadrati e verificati nell’ambito della teoria dell’accomodamento.
Un approfondimento sarà dedicato al recente fenomeno del polylanguaging e alla presenza di varietà sub-standard nel cosiddetto Linguistic Landscape.
L’ultima sotto-sezione di questa parte del corso sarà dedicata alla modellizzazione sociolinguistica delle relazioni tra le varietà del repertorio: i concetti di riferimento saranno quelli di diglossia; bilinguismo; bi-dialettismo; dia-glossia; dilalia.
La seconda parte (Parole denotanti l’etnia o la religione, traducenti e migratismi), curata da Marco Biffi, si focalizza sulle scelte lessicali funzionali a una corretta intermediazione culturale e religiosa.
In primo luogo si metterà in evidenza l’importanza cruciale della scelta di parole che denotano l’etnia o la religione (per fare alcuni esempi: israelita/israeliano, giudeo, ebreo, ebraista, musulmano, islamista, islamico, cristiano, cattolico, ortodosso, fondamentalista, radicale ecc.), su cui invece permangono forti e pericolose sovrapposizioni nella lingua comune e dei mezzi di comunicazione di massa. Delle parole saranno date precise definizioni che saranno confrontate con l’uso effettivo nel web e nei giornali.
Poi saranno posti sotto osservazione i traducenti di alcune parole fortemente legate alla cultura religiosa, per le quali è fondamentale usare particolare attenzione perché non siano condizionate dalla lingua e dalla cultura di arrivo (in particolar modo nell’ambito semantico della coppia purezza/impurità), e assicurare così una maggiore disponibilità al dialogo e all’accettazione reciproca.
Infine ci si soffermerà sui migratismi, vale a dire i forestierismi introdotti nell’italiano a partire dalle lingue di paesi di recente immigrazione. I migratismi sono infatti una spia importante del fatto che la lingua può diventare anche luogo di accoglienza e di mediazione tra culture e religioni diverse per coloro che hanno raggiunto il nostro paese, soprattutto quando abbiano eletto l’italiano a seconda lingua madre.